(LaPresse) – Roma, 31 mar 2021
“Il lavoro deve essere il tema fondamentale dell’agenda politica per i prossimi anni. Investire per nuove assunzioni e per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro è la priorità per rilanciare il sistema Paese. In questo quadro, occorre riformare integralmente il Reddito di cittadinanza, una misura che costa molto ma che non produce risultati, se non alimentare l’assistenzialismo e favorire il lavoro nero. Per il Rdc dal 2019 al 2020 sono stati spesi ben 12 miliardi e stanziati altri 20 miliardi fino al 2029, a cui potrebbero essere aggiunti altri 8-10 miliardi al ritmo attuale di rifinanziamento, come osservato anche da Il Sole 24 Ore. In sostanza, più di 40 miliardi dal 2019 al 2029, una cifra equivalente a un quinto del Next Generation Eu. Il contrasto alla povertà è un nostro dovere, ma siamo sicuri che questo enorme impiego di risorse pubbliche sia utile a fronte della scarsa performance delle politiche attive del lavoro? La nostra proposta è dimezzare le risorse destinate al Rdc fino al 2029”. Lo dichiara in una nota l’On Gianfranco Librandi, Italia Viva. “In tal modo – spiega –, si recupererebbero circa 15 miliardi da investire nel potenziamento della Pa, in cui occorrono nuove energie e competenze per la gestione dei fondi europei e per garantire servizi efficaci ed efficienti a cittadini e imprese, e per incentivare l’adozione della settimana corta di lavoro nelle aziende, come già fatto da Microsoft. Quest’ultima proposta potrebbe costituire una svolta decisiva: riducendo le giornate di lavoro da 5 a 4, a parità di retribuzione, si migliora la produttività e il work-life balance, incidendo positivamente sui consumi e sul benessere e generando effetti moltiplicativi su produzione, crescita e domanda di lavoro”. “Riteniamo queste idee perfettamente in linea con l’impostazione innovatrice del presidente Draghi. Le portiamo all’attenzione del Ministro Orlando e del Comitato scientifico per la valutazione del Rdc da lui costituita, per contribuire al pacchetto di riforme sul lavoro”, conclude.
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