Nel corso di un intervento televisivo (sabato scorso, ad Omnibus su la7), il viceministro dell’Economia Stefano Fassina ha dichiarato di nutrire dubbi sull’importo da 30 miliardi del piano di revisione della spesa affidato dal governo al commissario Carlo Cottarelli, perché ciò significherebbe – cito dalle dichiarazioni come riprese dalle agenzie – “cambiare il modello sociale”.
Non entro nel merito politico e culturale di quest’ultima affermazione, mi voglio focalizzare sull’aspetto meramente tecnico. Le parole del viceministro sollevano infatti una questione rilevante, che riguarda gli equilibri di bilancio e la politica fiscale: nel ddl Stabilità il governo ha già previsto che, grazie alla spending review, si produrranno risparmi per circa 32 miliardi dal 2015 al 2017 e ha fissato, nel caso in cui i tagli non siano totalmente realizzati, un meccanismo di salvaguardia rappresentato da un aumento delle aliquote e da una riduzione delle agevolazioni fiscali delle imposte dirette. In altri termini, affinché gli obiettivi programmati di finanza pubblica siano comunque rispettati, se non saranno tagliate le spese per 32 miliardi in un triennio aumenteranno le tasse. Può piacere o meno, politicamente si può discutere se ciò sia o meno desiderabile, ma un disegno di legge di iniziativa governativa, il ddl per eccellenza, questo dice.
Va aggiunto che il piano Cottarelli si concentrerà sul contenimento delle spese di funzionamento dei ministeri e delle amministrazioni centrali, vere sacche di rendita e di privilegio, non certo alla riduzione della spesa sociale (che spesso andrebbe anzi incrementata, come nel caso delle politiche di contrasto dell’indigenza o di sostegno alla maternità e al lavoro femminile).
Se questo è, perché questo si legge nel ddl Stabilità, come interpretare le parole di Fassina? Il viceministro considera non desiderabile la riduzione di privilegi e spese superflue: preferisce forse l’aumento delle tasse? O dobbiamo credere che con il programma di revisione della spesa si stia scherzando?
Articolo pubblicato su Stradeonline.it