“L’Istat ha purtroppo certificato che gli sforzi contenuti nella legge di stabilita’ non bastano e che l’unica strada da percorrere e’ quella di un ulteriore e piu’ incisivo taglio delle tasse. Per questo non possiamo rassegnarci all’idea che per ridurre l’Irap per il 2015 dobbiamo aumentarla nel 2014, con una misura retroattiva. Né considero opportuno usare il risparmio e i fondi pensione come un bancomat per far quadrare i conti”. Lo afferma in una nota il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi, membro della Commissione Bilancio di Montecitorio. “Dato che non accettiamo ulteriori aumenti delle tasse sulle imprese, come Scelta Civica presenteremo un emendamento alla manovra che conferma l’aliquota del 3,5 per l’Irap 2014, stabilita appena lo scorso giugno. Un suo aumento retroattivo al 3,9% – sottolinea – sarebbe una vera e propria violazione dello Statuto del Contribuente, dunque dello stato di diritto, come evidenziato anche dal servizio studi della Camera. Se non si mettono in campo subito interventi decisi per far ripartire la produzione e per alleggerire il carico fiscale sulle famiglie, anche la sacrosanta battaglia di Renzi ingaggiata contro i sindacati e le rendite di posizione rischia di trasformarsi in un boomerang per la maggioranza, per l’esecutivo e per il Paese”, conclude Librandi.
Dichiarazione apparsa sul sito dell’Asca.