(Il Velino) – Roma, 14 nov 2014
“Leggo del piano governativo di includere nella bolletta elettrica il canone Rai e mi chiedo: ma non dovevamo privatizzarla?”. Lo afferma il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi. “Capisco che la mossa permetterà di recuperare evasione e di ridurre così a 60 euro, dagli attuali 113, l’importo del canone a carico dei cittadini, ma – sottolinea Librandi – ci sono due enormi controindicazioni, una di carattere giuridico, l’altra di natura di economica. Quella giuridica è evidente: lo Stato presume che chi ha un’utenza elettrica ha anche un apparecchio atto a trasmettere, violando così la privacy, invertendo l’onere della prova e consolidando quella stortura secondo cui il canone è dovuto da chiunque abbia un computer, un tablet o un ‘telefono intelligente’. Tutto molto discutibile. Ma la controindicazione più grande – prosegue Librandi – è economica e industriale: se oggi procedessimo a privatizzare la Rai, libereremmo lo Stato italiano da una passività, riorganizzeremmo gli oneri di servizio pubblico in maniera più efficace (imponendo magari qualche ora settimanale a tutti gli operatori privati nazionali e locali) e collocheremmo sul mercato un’azienda ancora appetibile da chi volesse investire risorse fresche nel suo rilancio. Se invece ci illudiamo di ‘salvare’ la Rai con il canone in bolletta, facciamo un torto alla Rai stessa e agli italiani: l’azienda continuerà a scivolare verso il declino, con danni per le casse dello Stato e – conclude – le tasche dei cittadini”.
Dichiarazione apparsa sul sito di informazione “Il Velino“.