Camera dei Deputati, seduta n. 379.
Il mio intervento nella discussione congiunta – A.C. 2803-A:
Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (C. 2803-A)
Gentile Presidente, signori del Governo, onorevoli Colleghi,
Scelta Civica si appresta ad esprimere con convinzione un voto favorevole sul cosiddetto Decreto Milleproroghe.
Un decreto che noi vogliamo leggere in un’accezione positiva, considerandolo come la conferma della prosecuzione di alcune azioni opportune ed adeguate intraprese nel passato dal Governo, un decreto che perciò, più che Milleproroghe, ci piacerebbe ridenominare “Milleconferme”.
Per estendere il concetto, auspichiamo che una piccola rivoluzione di questa legislatura fosse nei prossimi anni il superamento dello strumento del Milleproroghe. Anche quando ne condividiamo il testo e i singoli contenuti, come in questo caso, non riusciamo a non nascondere il nostro imbarazzo di fronte al costume della “proroga istituzionalizzata”. Se tutto è prorogabile e prorogato, se le scadenze fissate da questa o quella legge possono sempre essere prorogate a fine anno, si indebolisce la certezza del diritto e la credibilità stessa delle norme. Non dobbiamo rassegnarci ad essere il paese delle “mille proroghe”.
Entro nel merito, citando quello che secondo noi è il punto di forza di questo provvedimento: viene posto rimedio – come ripetutamente sollecitato da Scelta Civica – ad un errore commesso con l’approvazione della Legge di Stabilità.
Sto parlando del regime dei minimi.
Durante i lavori per la Legge di Stabilità, Scelta Civica ha sottolineato per prima
come l’intervento a favore delle piccole partite IVA stava risolvendosi in un clamoroso autogol per il Governo e la maggioranza. Venivano sì meritoriamente allocati ben 850 milioni di euro per le partite IVA, ma con una norma talmente sbilanciata a favore di alcune categorie da divenire addirittura peggiorativa per altre, in particolare freelance
e liberi professionisti.
Rendiamo atto al premier Renzi di aver riconosciuto pubblicamente l’errore e di aver dunque favorito l’approvazione di un nostro emendamento, a prima firma Sottanelli, con il quale troviamo una soluzione provvisoria: il ripristino per il 2015 del vecchio regime dei minimi al 5% e
fino a 30mila euro di fatturato.
Rivendichiamo con soddisfazione questa proroga di un anno del vecchio regime, una soddisfazione che riguarda anche l’approvazione dell’altro emendamento, condiviso pressoché da tutti i gruppi parlamentari, che blocca al 27 per cento l’aumento previsto dell’aliquota contributiva per i lavoratori autonomi della Gestione Separata, spesso giovani e a basso reddito, grazie alla copertura di 120 milioni individuata dal Governo. Due misure di grande buon senso, che contribuiscono a dare respiro ad una fascia di lavoratori troppo spesso trascurata, esclusa ad esempio dal beneficio degli 80 euro.
Naturalmente Scelta Civica non si accontenta del risultato temporaneo e lavorerà per una soluzione stabile, che per noi dovrebbe essere una sola: non compromessi al ribasso, ma la conferma senza scadenza del regime del 5% e l’innalzamento della soglia di fatturato oltre 30 mila euro per tutti. Perché l’Italia riprenderà a crescere se daremo ai tanti, troppi giovani disoccupati una vera chance di fare impresa, di aprire una propria attività autonoma, di creare lavoro. Pareggiato l’autogol, possiamo ora puntare a vincere la partita : facciamo del regime dei minimi un biglietto da visita dell’Italia quale nuova start up nazionale , ovviamente affiancando al regime fiscale di favore nuove ed efficaci misure per il credito delle nuove imprese e interventi per aumentare la concorrenza in tanti ambiti professionali inibiti oggi ai giovani. È una rivoluzione che non può più attendere, che noi di SC vorremmo veder partire già con il prossimo disegno di legge sulla concorrenza che il governo sta per varare.
Ci sono poi altri punti di questo decreto che condividiamo, a partire dalla previsione
di riapertura dei termini di rateazione delle cartelle Equitalia sino al blocco per il 2015 degli stipendi dei manager pubblici.
Sul primo tema, siamo convinti che in un momento di forte difficoltà economica, consentire alle famiglie e alle aziende di richiedere la concessione di un nuovo piano di rateazione delle cartelle Equitalia, evitando così possibili azioni esecutive a loro carico, possa costituire un aiuto tangibile a chi da troppi anni cerca con fatica e sacrifici di ” far quadrare i conti”.
Tanti sono i cosiddetti “evasori per necessità.
Mentre si palesano i primi modesti segnali di ripresa, i cittadini meritano di essere sostenuti ed aiutati da uno Stato che spesso viene percepito come insensibile e disinteressato, se non addirittura ostile.
Sul tema degli emolumenti dei manager pubblici, noi riteniamo opportuno che si lavori, tutti insieme, per uscire da questo momento difficile. Tanti italiani lo stanno facendo, da anni e con grandi fatiche, ed è giusto che anche i manager pubblici facciano la loro parte.
Positivi anche il prolungamento di un anno dei contratti di collaborazione precaria
nelle Province, in attesa di arrivare al pieno superamento di questi enti, e l’allungamento del termine entro il quale il ministero dell’Istruzione potrà erogare i fondi necessari per interventi di edilizia scolastica: le amministrazioni locali avranno infatti la possibilità di richiedere questi finanziamenti fino al 31 Dicembre 2015.
Consideriamo la conservazione e manutenzione degli edifici scolastici un tema prioritario, non solo per favorire la scolarizzazione, ma perché tragedie legate alla mancata o carente manutenzione delle scuole a cui abbiamo assistito con sgomento nel passato non devono mai più ripetersi.
Accogliamo con favore la proroga per il 2015 dell’incremento del 10 per cento dell’ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà, l’incremento del limite di spesa per la proroga della cassa integrazione straordinaria per cessazione attività e soprattutto la proroga di due anni, fino a tutto il 2017, degli incentivi fiscali finalizzati al rientro dei “cervelli ” in Italia.
Confidiamo infine che la breve proroga approvata in relazione all’appalto ed alla partenza di opere pubbliche strategiche permetta di dare il via a gare e cantieri, impegnando i rilevanti fondi già stanziati con lo “Sblocca Italia”.
Il passante ferroviario di Torino, l’asse autostradale Venezia -Trieste, il terzo valico
dei Giovi e il nuovo tunnel del Brennero sono opere urgenti ed indifferibili, assi portanti del completamento e del rinnovo della rete infrastrutturale italiana.
Per concludere, dunque, una serie di provvedimenti ragionevoli, di buon senso, utili per il Paese, per i suoi cittadini e le sue imprese.
Avendo concretamente.lavorato per questi risultati, al governo e poi in Commissione, Scelta Civica vota con convinzione questo provvedimento.
Gianfranco Librandi