Mercoledì 26 aprile 2017, Camera dei Deputati
Intervento a nome di Civici e Innovatori sul:
Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) (Discussione; annunzio di risoluzioni; repliche; dichiarazioni di voto; votazioni).
TESTO DELL’INTERVENTO
Signor/a Presidente, signori del Governo, onorevoli Colleghi,
Il Documento di Economia e Finanza, oggi all’esame dell’Aula, riflette l’immagine di un Paese che ha molto sofferto ed ancora sta soffrendo, ma che finalmente comincia a registrare concreti segnali di ripresa.
Ma veniamo ai contenuti propri del Def, relativamente al quale mi limiterò a fare una panoramica generale.
Si confermano nell’anno appena terminato solidi segnali di miglioramento della congiuntura internazionale, con l’economia mondiale che registra un aumento del tre per cento; nonostante i rischi al ribasso rappresentati dalle tensioni geopolitiche, dalle misure protezionistiche annunciate dall’amministrazione Trump e dagli incerti esiti della Brexit, anche per i prossimi anni le prospettive mondiali sono orientate verso il consolidamento della ripresa.
Anche nell’area euro i segnali sono positivi, con una crescita del Pil per il 2016 dell’1,7%, marginalmente superiore al dato registrato nel 2015.
La tendenza è confermata per il nostro Paese.
Il Pil è cresciuto dello 0,9 per cento; per il terzo anno consecutivo registriamo un dato positivo ed in miglioramento rispetto al + 0,8 % del 2015 ed al +0,1 del 2014.
E questo non è un dato di poco conto se ricordiamo che nel 2013 il Pil diminuiva dell’ 1,7% e nel 2012 del 2,8%.
Anche altri indicatori economici mostrano tangibili segni di miglioramento: il reddito disponibile delle famiglie si incrementa dell’1,6 per cento, riflettendosi sia in un aumento dei consumi dell’1,3 per cento che della propensione al risparmio.
Ripartono gli investimenti, che fanno segnare un +2,9 per cento, dato decisamente superiore alle attese, e per la prima volta dopo 10 anni anche il settore delle costruzioni riprende a crescere; si consolida lo sviluppo delle esportazioni, aumenta l’ammontare dei prestiti alle famiglie.
Segnali positivi anche dal mercato del lavoro: l’occupazione cresce per il terzo anno consecutivo, raggiungendo il 57,2 %, il tasso di disoccupazione scende all’11,7 %.
Il debito pubblico si è stabilizzato su valori inferiori al 133% del Pil, invertendo la tendenza del periodo 2008-2014 che ne vedeva una crescita annua media di quasi 5 punti percentuali. Una serie di indicazioni che ci confermano, quindi, che l’economia italiana sta continuando a muoversi sul sentiero della ripresa.
La necessità è perciò quella di continuare a camminare sulla linea tracciata negli ultimi anni; il Programma Nazionale per le Riforme, enunciato nella terza sezione del Def, definisce gli interventi da adottare per raggiungere obiettivi di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche.
In questo ambito ci sono alcuni temi che voglio particolarmente sottolineare.
Il primo riguarda le politiche fiscali.
Nel 2016 la pressione fiscale si è ridotta dal 43,3% al 42,9%, che diventerebbe addirittura il 42,3 se si considerassero gli effetti del cosiddetto bonus 80 euro.
Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti sul fronte della riduzione della tassazione: l’ esclusione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro per i dipendenti a tempo indeterminato nel 2015, l’eliminazione della Tasi sulla prima casa nel 2016, la riduzione dell’aliquota Ires nel 2017, solo per citare i provvedimenti più importanti.
È necessario procedere in questa direzione, attaccando le aliquote IRPEF e soprattutto riducendo il cuneo fiscale, per abbassare il costo del lavoro ed aumentare il reddito disponibile dei cittadini.
Ma per poter raggiungere questo risultato è necessario che si realizzi un obiettivo fondamentale: il disinnesco delle clausole di salvaguardia delle imposte indirette.
Civici ed Innovatori non accetteranno nemmeno 1 euro di tasse in aumento.
Il riordino delle oltre 600 deduzioni e agevolazioni, per esempio, obiettivo sacrosanto per il quale non mancherà il nostro sostegno, dovrà essere finalizzato a ridurre le aliquote fiscali generali e non a sostituire le vere razionalizzazioni di spesa improduttiva, quelle che servono per eliminare le clausole di salvaguardia.
Il secondo punto che ritengo prioritario è’ quello della lotta alle povertà.
Oggi nel nostro Paese 4.600.000 persone, il 6,1 per cento delle famiglie, vivono sotto la soglia di povertà assoluta.
Questo Parlamento sta facendo tantissimo: l’approvazione della Legge delega per il contrasto alla Povertà, così come la firma insieme ad Alleanza contro la Povertà di un Memorandum per la sua attuazione sono risultati di grande importanza per un Paese che per la prima volta si è’ dotato di uno strumento strutturale per il contrasto al disagio.
La nascita del reddito di inclusione e’ da accogliere con soddisfazione, ma con le risorse oggi disponibili si potranno sostenere solo circa 400.000 famiglie, 1,8 milioni di cittadini; il processo di progressione graduale verso la trasformazione del reddito di inclusione in una misura che possa soddisfare i tanti bisogni presenti nella nostra società dovrà essere affrettato e finanziato, perché i poveri non possono più aspettare.
Proprio per questo motivo ritengo necessario creare anche nuovi strumenti che possano favorire il contrasto alla povertà e la diffusione dal basso della cultura della solidarietà, attraverso per esempio la condivisione degli utili aziendali, che permettano anche al mondo delle imprese, così come ai singoli cittadini, di partecipare e dare il loro contributo alla lotta alla povertà ed alla crescita della responsabilità sociale.
E proprio in quest’ottica presenterò un progetto di legge per l’istituzione del reddito di condivisione, un meccanismo volontario di sostegno del reddito dei meno abbienti, sulla base del quale chi ha di più perché è stato più bravo o magari solo più fortunato può dare una mano, incentivato da un parziale recupero fiscale, a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, riscoprendo il valore della coesione e della solidarietà.
Un terzo tema che voglio citare è quello dell’immigrazione, oggi difficilmente gestibile con regole poco adatte ad affrontare un fenomeno ormai epocale.
Sarà necessario definire insieme alle autorità europee una nuova strategia per la gestione dei migranti, prevedendo tempi molto brevi, 30/60 giorni al massimo, per l’eventuale concessione della protezione internazionale o il rimpatrio, ma creando anche una sorta di temporaneo status di transito per il migrante che voglia impegnarsi nella ricerca di un lavoro, che dia la possibilità di muoversi nei territori dell’Unione europea
Per concludere, dopo anni di pesanti sacrifici, necessari per affrontare una crisi che sembra non finire mai, il nostro Paese comincia a raccogliere qualche frutto, trovandosi oggi sostanzialmente con i conti strutturalmente in ordine e con un’economia che presenta tangibili segnali di ripresa.
Continuiamo su questa strada ed investiamo sui nostri imprenditori, sugli artigiani, sui commercianti, sui professionisti, su tutti quelli – e sono molti – che nonostante tutto continuano a credere in questo Paese.
Mettiamoli in condizione di contribuire orgogliosamente a vincere insieme la sfida di far crescere l’Italia e di garantire maggior benessere ai suoi cittadini
Non ascoltiamo i tanti profeti di sventura che quotidianamente denigrano ed offendono il nostro Paese: l’Italia è sempre stata un grande Paese e continuerà ad esserlo.
Civici ed Innovatori voteranno a favore della risoluzione di maggioranza ed esprimerà voto contrario per le altre.
#DEF #RedditoDiInclusione #Economia