“La novita’ del 730 precompilato richiede la massima attenzione possibile da parte del governo e del parlamento. E’ una semplificazione del rapporto tra Stato e contribuente, in prospettiva produrra’ sicuramente una semplificazione importante e una riduzione dei costi, ma in fase di transizione bisogna evitare che diventi un problema o addirittura un danno per molti italiani. Parliamo delle dichiarazioni dei redditi di oltre 20 milioni di contribuenti, molti dei quali poco avvezzi agli strumenti telematici”. Lo afferma in una nota il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi, membro della Commissione Bilancio di Montecitorio. “Se l’obiettivo del governo e’ quello di facilitare la vita del cittadino e ridurne i costi, bisogna evitare che accada l’esatto contrario. Prendiamo un pensionato di 80 anni, che prima aveva il suo commercialista a predisporgli tutto: non e’ proprio pensabile chiedergli ora di iscriversi al sito dell’Agenzia delle Entrate per completare, integrare e trasmettere il suo 730 precompilato. Se pero’ ora le nuove regole scaricano sul commercialista o sul CAF cui il nostro pensionato si rivolge la totale responsabilita’ per gli errori nelle dichiarazioni, la semplificazione rischia di diventare una grande complicazione. Anzitutto, dunque – sottolinea Librandi – bisogna modificare questo principio di responsabilita’: i consulenti possono essere un alleato per una transizione graduale e ordinata verso il nuovo sistema, ma devono essere premiati e incentivati, non penalizzati. Piu’ in generale, auspico che il 730 precompilato diventi una modalita’, non l’unica, a disposizione del contribuente. Con simpatia dico a Renzi: non viviamo ancora nel mondo dei nativi di Twitter!”, conclude Librandi.