(Il Velino) – Roma, 16 set 2014
“Non sono a criticare quanto questa mattina esposto dal premier Renzi ne’ tantomeno quanto e’ stato fatto fino ad oggi dal governo. Mi permetto solo di indirizzare qualche suggerimento, indicare qualche ‘scintilla’ che, come successo in altri Paesi, potrebbe riaccendere la nostra economia”. Lo afferma il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi, commentando l’informativa di Renzi di oggi alla Camera. “La prima scintilla deve essere la massima attenzione e concentrazione sulle aziende produttive e di servizi, attenzione che in Germania, in Inghilterra, in Francia ed in Spagna ha dato il via al superamento dei momenti più difficili. La seconda scintilla – aggiunge Librandi – consiste nel tagliare con decisione tutte le catene che ostacolano la ripresa e la crescita del mondo dell’impresa, come, per fare un esempio attuale, la maledetta franchigia che spesso vanifica la volontà imprenditoriale di assumere anche in un momento di economia debole. La terza scintilla e’ quella di concedere a livello locale maggiore autonomia in relazione alle decisioni strategiche di ogni impresa: imprenditori, maestranze, sindacati, banche devono sedersi attorno ad uno stesso tavolo e lavorare insieme per cercare di far ripartire ogni singola azienda, dove lavoratori e datori di lavoro condivideranno non solo le problematiche ma anche i risultati. Qualcuno mi dirà che abbiamo già fatto molto per il mondo imprenditoriale, abbiamo diminuito l’ Irap , per esempio e contribuito a rendere fiscalmente piu convenienti gli investimenti produttivi. Non basta, queste misure sono inadeguate. Non possiamo pensare che per ripartire basti concedere uno sgravio fiscale del 15 per cento sugli investimenti eccedenti la media degli ultimi 5 anni, da recuperare dopo 2 anni in un periodo di ulteriori 3 anni. Dobbiamo far ritornare la fiducia ai nostri cittadini, che gli 80 euro li devono spendere e non tenerli nel cassetto perché hanno paura , agli imprenditori, agli investitori esteri, al Paese intero. E per fare questo, per tornare a credere nel nostro Paese e nel sentiment economico dobbiamo essere un po’ più umili, un po’ più concreti, un po’ più uniti. Con una visione che guardi alla crescita, alla creazione della ricchezza e non solo alla sua distribuzione, come – conclude Librandi – qualche economista ‘visionario’ consiglia”.
Dichiarazione apparsa sul sito “Il Velino”.