”E’ auspicabile che, appena archiviata la legge di stabilita’, un provvedimento che consideriamo al di sotto delle potenzialita’ riformatrici di questo governo, si metta mano a un provvedimento legislativo ampio e coraggioso di liberalizzazione dell’economia”. Lo afferma in una nota il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi, membro della Commissione Bilancio della Camera. ”Dopo il decreto ‘Cresci Italia’ messo in campo dal governo Monti all’inizio del 2012, non si sono compiuti altri passi nella direzione dell’apertura dell’economia, del mercato e della concorrenza. Come segnala l’Indice delle liberalizzazioni dell’Istituto Bruno Leoni – sottolinea Librandi – esiste un vero e proprio caso Italia: il nostro e’ uno dei paesi meno liberalizzati in Europa (il 28% contro l’84% del Regno Unito), soprattutto nell’ambito dei servizi professionali, delle telecomunicazioni, dei servizi postali, dei trasporti e del comparto televisivo. In quest’ultimo settore, in particolare, soffriamo le conseguenze di venti anni di occupazione partitica della Rai e distorsione della concorrenza da parte del centrodestra berlusconiano. Gli studi piu’ accreditati di Bankitalia e dell’Ocse stimano che un piano ampio di liberalizzazioni puo’ produrre da solo una crescita del Pil di circa l’1,5% all’anno. E’ inutile pensare che la sola gestione contabile degli equilibri di finanza pubblica possa far uscire l’Italia dalla crisi: se vogliamo riattivare un ciclo di crescita, nuovi investimenti e ripresa occupazionale – conclude Librandi – dobbiamo riaprire il dossier liberalizzazioni”.
Dichiarazione apparsa sul sito dell’ASCA.