A voi la mia intervista pubblicata sul sito del quotidiano online Intelligonews.
Gianfranco Librandi non ci sta ad assistere all’ennesimo spettacolo antieuropeista di Berlusconi, che ha come protagonista questa volta la Germania (di oggi e del passato) e la sterlina inglese.
Nell’intervista rilasciata a IntelligoNews demolisce così le teorie dell’ex Cavaliere, sconsigliandoli di recarsi in una Londra dove tutti pagano le tasse.
Il parlamentare di Scelta Civica non si esime poi dal mangiare, come Dani Alves, la banana. Lui lo farebbe con quella lanciata dagli esponenti della Lega Nord…
Perché Berlusconi gioca a fare l’antieuropeista?
«Vuole rubare i voti ai grillini. Avrà probabilmente fatto delle ricerche, aventi come risultato un certo tipo di antieuropeismo che ben si coniuga con il suo essere contro la Merkel…
La verità è che cerca negli altri la scusa per rispondere all’incapacità mostrata nell’anno in cui è esplosa la crisi. Tra il 2008 e il 2009, quando era Presidente del Consiglio, l’Italia vide aumentare il proprio deficit pubblico di 10 punti percentuali, una cosa mai avvenuta nella storia! Il Pil perse cinque punti e iniziò a crescere la disoccupazione: fu il precipizio della nostra economia».
Lo scenario vide coinvolti anche altri Stati europei…
«Certamente, ma oggi Irlanda, Spagna, perfino la Grecia ne stanno uscendo mettendosi in regola! Qui invece si gioca a dare la colpa a chissà chi».
Berlusconi ora prende come esempio la sterlina: è pura propaganda elettorale?
«Se il signor Berlusconi andasse in Inghilterra verrebbe sbattuto fuori a calci! Sapete perché? Lì l’evasione è zero, le tasse si pagano al 100%! Non come in Italia, dove sono 180 i miliardi persi per chi, come lui, evade!
Di recente l’Inghilterra ha fatto una politica lacrime e sangue con una riduzione della spesa pubblica pari a 100 miliardi di euro, e con investimenti alle aziende mirati alla crescita dell’export».
La moneta unica europea non è dunque il male…
«L’Europa, con l’euro, ha ottenuto stabilità, di pace e di moneta. Sicuramente ci sono stati errori all’inizio, con alcuni Stati vittime di speculazione anche perché non garantiti da un prestatore di ultima istanza.
Adesso, con gli European Financial Stability Facility di Mario Draghi, è aumentata la garanzia per i singoli Stati.
Scelta Europea è il vero, unico partito europeista, dinanzi a un Pd tiepido, e a chi come Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lega propone assurdità prive di senso.
La stabilità, sia chiaro, è sia dovere morale che convenienza economica. L’Italia, con il passaggio dalla lira all’euro, ha avuto un vantaggio stimabile in 500 miliardi che, evidentemente, non ha saputo gestire…».
Per ridurre la disoccupazione e favorire un incremento del Pil, come si deve agire?
«Occorre investire! Un investimento che riguarda sia l’imprenditore che il lavoratore, in termini di produttività. Solo così può aumentare il Pil.
Un aumento del prodotto interno lordo dell’1% porterebbe il fiscal compact a un livello pari a zero.
Per fare questo occorre però anche attrarre le aziende straniere in Italia! Guardiamo alla Germania: il suo export va benissimo, pur avendo numerose aziende straniere al suo interno!
Una multinazionale scappa dall’Italia non per problemi di credito e tasse, ma perché il Paese è spesso dipinto come una terra di scandali e illegalità, bloccato dai sindacati e amministrato da chi, come Berlusconi, insulta i tedeschi! L’Italia non è questo!».
Cos’è allora?
«Un Paese, e lo dico ai grillini che si riempiono la bocca con il reddito di cittadinanza, dove la cassa integrazione è pagata dagli stessi operai delle altre aziende! Venti miliardi l’anno frutto di un’autentica fraternità democratica!
All’Italia non servono comici o parlamentari come Di Maio e Di Battista che dichiarano rispettivamente zero e tremila euro l’anno, ma lavoratori, operai, donne e uomini produttivi!».
La banana mangiata da Dani Alves sarà manifesto dei prossimi Mondiali di calcio. Lei oggi mangerebbe la banana tirata da chi o quale parte politica?
«Mangerai la banana della Lega che continua ad avere parole di fuoco contro gli immigrati. Queste persone lasciano la loro casa, la patria, la terra natia perché vittime di guerre, carestie, epidemie. Noi siamo gente per bene e non possiamo respingerle.
Inoltre il saldo delle donne e degli uomini immigrati in Italia è attivo da diversi anni: i dati mostrano chiaramente come allo Stato costano meno di ciò che rendono…».