La via della seta dall’ Europa alla Cina è stata tracciata nel tredicesimo secolo da un italiano, Marco Polo.
Da allora, tutto è cambiato e come si sono evoluti la Cina e l’Italia è riflesso da alcuni parametri – fra i molti che potrei citare – che vorrei ricordare:
– Nel 2018 la Cina ha avuto un reddito pro capite di 9.704 dollari, l’Italia di 32.000.
– In Cina l’ aspettativa di vita è di 76,2 anni, in Italia di 82,5.
– In Cina la spesa sanitaria pubblica per ogni cittadino è di 375 $, in Italia di 2.622.
L’ Italia e l’ Europa hanno puntato tutto sulla democrazia e sulla tutela dei diritti dei cittadini: i 500 milioni di persone che vivono in Europa sono persone libere, che ogni giorno ricevono assistenza, educazione, cure e sostegno per sperare e conquistare un futuro migliore.
In Cina la situazione è diversa.
Verificate il livello del loro welfare, il sistema pensionistico, i diritti e le tutele dei lavoratori, la vita sociale.
Provate ad entrare in una casa cinese.
Riflettete, quando arrivate in Cina, sul fatto che tutte – e sottolineo tutte – le finestre delle abitazioni hanno grate ed inferriate per proteggere gli abitanti da furti, danneggiamenti e violenze.
Mi viene da pensare a come possano essere le loro prigioni, visto che sono un assiduo visitatore di questi luoghi .
La democrazia ed il livello di vita italiano ed europeo sono una consolidata ed irrinunciabile conquista rispetto al futuro radioso ispirato a Confucio e proposto come modello di vita in Cina
Detto questo, ritengo che gestire la politica economica in Cina, cercando di aumentare il livello di vita ed il benessere dei cinesi, non sia oggi una cosa facile.
Far crescere il reddito pro capite di quasi un miliardo e mezzo di cinesi deve essere davvero complicato, anche perché , a causa di una crisi mondiale che investe anche la Cina, i tempi della crescita del Pil in doppia cifra sono un ricordo del passato.
Quindi capisco gli intenti del presidente Xi Jinping , che con i suoi progetti della Via della seta, terrestre e della Collana di perle, marittimo, cerca di allargare i confini politici ed economici del suo Paese, per sfamare i suoi cittadini, che oltre alla generalizzata crisi mondiale, devono affrontare i gravi problemi economici e sociali causati agli effetti della recente politica – fortunatamente ormai conclusa – dell’unico figlio .
La Cina per crescere ha bisogno di nuovi mercati, di materie prime, di energia.
Ha bisogno di espandere la propria egemonia garantendosi il futuro con la costruzione di strade, di ponti, di ferrovie, di porti per aprire nuove rotte commerciali e creare proficue relazioni economiche.
Possiamo capirli e sotto certi punti di vista concordare con la loro politica.
Personalmente ho una lunga esperienza di lavoro con il mercato e le aziende cinesi ( e magari qualche volta anche a me è risultato comodo poter fruire di qualche componente a basso costo, da integrare nella produzione nei miei prodotti italiani)
Lavoro bene con loro, sto consolidando una rete di vendita in Cina e sono molto gratificato quando riesco a vendere i miei prodotti nei loro mercati.
Però non dobbiamo dimenticare la enorme sproporzione che esiste fra i due Paesi, nello scambio commerciale ed in tanti altri settori
Abbiamo di fronte un gigante economico e finanziario, con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, un Pil di 13.300 miliardi di euro, che nel 2018 ha esportato nel nostro Paese per oltre 30 miliardi.
Al confronto il nostro Paese è una formichina, che da sola molto difficilmente potrà reggere il confronto.
Il rischio che la partecipazione del nostro Paese – unico nel gruppo dei G7 – alla Via della Seta possa essere una sorta di cavallo di Troia con lo scopo di rafforzare il ruolo politico della Cina in Europa è reale e non va sottovalutato.
Per questo al Presidente XI Jinping, che arriverà a breve in Italia per firmare un memorandum di intesa che questo Parlamento può solo immaginare, visto che il Governo non ha ritenuto di condividerlo, un memorandum che potrà incidere fortemente sul nostro Paese, nel bene ma anche e forse soprattutto nel male, vorrei rivolgere un messaggio:
“Lavoriamo pure insieme, condividiamo conoscenze ed esperienze, apriamo i nostri mercati ma in piena e totale reciprocità, nel rispetto delle regole e dei diritti, tutelando le aziende locali, i lavoratori, l’ambiente.
Possiamo anche partecipare, con le doverose tuteli, alla costruzione della Via della Seta terrestre e marittima, ma su questi percorsi dovranno transitare in direzioni opposte ma in modo equo e paritario le merci europee e le merci cinesi.
Non vogliamo che i nostri mercati siano invasi da merce straniera, non vogliamo che le nostre aziende ed i nostri lavoratori debbano soffrire per concorrenza scorretta o sleale, ma soprattutto noi italiani e europei non dobbiamo e non vogliamo cadere nella trappola del debito, come purtroppo sta accadendo a parecchi paesi africani.”
Come italiano mi sentirei umiliato nel vedere il Ministro Di Maio, quello che al posto del lavoro vuol dare agli italiani una ciotola di ferro colma di riso, andare ad elemosinare l’acquisto di titoli italiani da parte dei cinesi
Un’ultima considerazione: la Via della Seta prevede una ricca ed efficiente rete infrastrutturale. Il Movimento 5 Stelle, con la complicità dell’alleato leghista, ha appena bloccato la Tav.
Un pò contraddittorio, non credete?
Cari italiani, vogliamo diventare un satellite cinese con la mediazione di questo governo squinternato, o vogliamo lavorare con i cinesi, sottoscrivendo un patto dove sia chiaro che mai rinunceremo ai nostri diritti e alle nostre regole, e che sono loro a dover arrivare al nostro livello e non viceversa?
Mi rivolgo soprattutto alla Lega, che da una parte fa finta di frenare e dall’altra, con il sottosegretario Geraci, per esempio, sponsorizza fortemente questo progetto.
Forse Xi Jin Ping rimarrà nella storia come colui che tramite la Via della Seta ha cercato di migliorare la vita dei cinesi, certamente Di Maio e Salvini non rimarranno nella storia per aver cercato di migliorare il benessere e soprattutto la libertà degli italiani.
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