Oggi, 25 febbraio 2014, alla Camera dei Deputati si è tenuto il dibattito sulla fiducia al Governo Renzi.
Ecco il mio intervento:
” Signor presidente del Consiglio,
nel suo intervento, Lei ha assunto su di sé la responsabilità di un eventuale insuccesso dell’esperienza di governo. Ciò le fa onore, in un Paese in cui la mancata assunzione di responstabilità è un’attività frequente. Ha scelto di osare, consapevole dei rischi e delle opportunità: da imprenditore che rischia ogni mattina sui mercati internazionali, oltre che da deputato, le dico che il rischio merita fiducia. E dunque, con un atteggiamento di fiducia nei suoi confronti e nella squadra che ha formato, solida e giovane, mi lasci ora riflettere su alcuni elementi cruciali per i prossimi anni.
Ha posto la scuola come primo punto all’attenzione del governo. “Education, education, education”, diceva Tony Blair. Con Stefania Giannini come ministro dell’Istruzione, Scelta Civica le mette a disposizione il massimo riformismo possibile. Solo nella costruzione di un sistema scolastico e universitario capace di formare i talenti, ritroveremo competitività e creatività. I test PISA dell’OCSE mostrano il dramma del sistema formativo italiano, peraltro più accentuato nel Mezzogiorno. Dopo il famigerato ’68, la fantasia è andata al potere e la mediocrità ha spesso occupato il posto dell’eccellenza. Agli educatori migliori vanno invece riconosciuti ruolo, status, poteri disciplinari e remunerazioni migliori, anche a costo di chiudere la stagione dell’egualitarismo degli insegnanti! Alle scuole va riconosciuta vera autonomia e agli studenti la facoltà di scegliere quale scuola frequentare. Propongo di sostenere fiscalmente questa rivoluzione, permettendo alle famiglie di detrarre una quota significativa delle spese scolastiche e universitarie, inclusi i canoni di locazione degli studenti fuorisede.
Il successo del suo governo dipenderà in buona parte da quanto lo Stato allenterà la morsa fiscale sui contribuenti. Ma attenzione: se non vogliamo vanificare gli sforzi compiuti dall’Italia negli ultimi anni, a cominciare dalla stagione eccezionale e cruciale del governo Monti, dobbiamo tenere la barra dritta. Ogni euro di riduzione fiscale dovrà venire da tagli certi e concreti della spesa pubblica corrente. Basta operazioni di maquillage, come quelle viste fino al 2011! Il lavoro del commissario Cottarelli va sostenuto politicamente, più di quanto fatto finora. Possiamo essere più ambiziosi negli obiettivi di razionalizzazione della spesa per il prossimo triennio, come noi chiedevamo già nella scorsa Legge di Stabilità, in modo da recuperare più risorse per abbattere il cuneo fiscale. Ma evitiamo uno sterile dibattito sullo sforamento del 3% deficit/PIL: non è la panacea dei mali italiani. Sa bene il ministro Padoan che all’Europa possiamo chiedere più solidarietà solo se sappiamo offrire una piena assunzione di responsabilità fiscale. Lo stesso vale per il debito pubblico: il suo impegno per lo sblocco totale dei debiti della PA verso i fornitori è cruciale, ma in nessun caso questo può compromettere l’andamento del debito pubblico, finalmente tornato sotto controllo.
Quando parla di sburocratizzazione, non dimentichi le politiche di liberalizzazione dell’economia, altro elemento nel DNA di Scelta Civica. Le segnalo uno strumento normativo che colpevolmente i precedenti governi, con l’eccezione del governo Monti, hanno tenuto nel cassetto: la Legge annuale sulla Concorrenza. Liberalizzare vuol dire riformare a costo zero, aprire opportunità per i più giovani, promuovere l’approdo in Italia di nuovi investimenti. Dimostri il governo Renzi che crede nella concorrenza come un bene pubblico da tutelare e promuovere.
Chiudo con un invito personale. Lei ha dichiarato che visiterà spesso delle scuole, conservando un’ abitudine da sindaco. Ebbene, visiti anche molte aziende. Venga con me in azienda, a Saronno. Le mostrerò un’impresa che non chiede nessun sussidio allo Stato e nessun favore alla politica, che sperimenta innovazione tecnologica, che esporta, che offre ai suoi lavoratori un welfare aziendale aggiuntivo a quello pubblico. Venga a timbrare con me il cartellino .
Accanto a troppi imprenditori che cercano nella politica dei capri espiatori, ve ne sono tanti che vogliono aiutare le istituzioni, ma che vogliono essere lasciati liberi di fare e di rischiare. Come il rischio in politica, anche quello imprenditoriale merita fiducia.“